Cribol by Giovanni Comisso

Cribol by Giovanni Comisso

autore:Giovanni Comisso [Comisso, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2023-01-14T23:00:00+00:00


Capitolo XI

In Cribol, questa idea di nutrirsi del seme umano per riavere la virilità era discesa come un grosso sasso, vacillando, fino al profondo di acque chiare e gli risultava sempre presente e dominante. Vedeva quasi di continuo il volto di quel pastore incoronato dal grigio della barba e dei capelli e ne risentiva la voce roca, calma e insinuante che quasi con sfida diceva che gli regalava il segreto di quella cura, perché sapeva non avrebbe osato provarla.

Isabella vigilava sempre sulla sua malattia, era precisa ad avvertirlo quando doveva farsi la puntura e premurosa sempre gli metteva in tasca, dovendo muoversi da casa, un pugno di caramelle, se si fosse sentito soffocare per mancanza di zucchero nel sangue.

Discutevano come sempre in perfetta armonia sugli acquisti da fare per il negozio e sul bilancio che li lusingava. Progettarono un nuovo impiego del denaro messo da parte. Si erano accorti che con gli anni di pace, oramai stabiliti per sempre, ogni giorno cresceva l’afflusso delle automobili. Cribol pensava di aprire una pompa per la benzina perché ad Avien non ve n’era. Essere i primi significava un guadagno certo ed egli cercava di distrarsi dal suo male studiando e informandosi per fare con precisione tutti i calcoli.

Nelle fastidiose giornate di inverno, quando veniva la sera, pensando alla lunga notte e sempre nel constatare che non aveva più la sua forza virile, ritornava a sentire le parole del pastore. Allora tralasciava i calcoli per mettersi ad architettare un piano per riuscire a fare quella strana cura.

Avrebbe dovuto attendere l’estate. Sapeva che i giovani di Avien e quelli dei paesi sull’altra sponda, allora sarebbero andati a fare i bagni nel torrente. Tra i larghi ghiaioni e le isolette fitte di salici, avrebbero sostato nudi tra un tuffo e l’altro nelle acque fredde e chiare e alla fine della giornata si rotolavano sulla sabbia per asciugarsi, lasciandosi prendere dal piacere. Quello sarebbe stato il luogo e il tempo favorevoli. Sapeva che don Fulvio dal pulpito aveva proibito ai ragazzi di fare quei bagni estivi con il pretesto che erano pericolosi e aveva ammonito le madri, ma quei giovani vi erano ugualmente ritornati.

Un giorno nell’incontrarsi con il farmacista, che subito gli aveva chiesto come andava il suo male, aveva risposto era sempre lo stesso e non si sentiva più uomo. Il farmacista ridendovi sopra gli aveva detto che doveva essere contento di avere una preoccupazione di meno. Cribol aveva ribattuto che questo poteva andare bene per lui che non aveva mai pensato di sposarsi, mentre egli aveva una moglie. Mentiva, ma il farmacista contraddisse che se adesso si trovava nella condizione di non potere fecondare sua moglie, prima doveva essere lei che non riusciva a farsi ingravidare.

Stavano per bisticciare, ma Cribol sapendo, come lo sapeva tutto il paese, che il farmacista aveva vissuto con la sorella per lungo tempo come fosse sua moglie, sentì il coraggio di parlargli della cura che il pastore gli aveva indicato. Pensava non si sarebbe stupito. Difatti il farmacista assumendo un



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